Nasty Kixx Official Website
Nasty Kixx Just Another Day Cover
Artist: Nasty Kixx
Location: Sweden
Line-up: Trashcan Dan (vocals,guitar,organs), Fabio Esteban (guitar), Bastard (drums, backing vocals) e Dr.Denial (Bass)
Album: Just Another Day
Label & Pubblication Year: Demo Novembre 2002
Tracklist: A bastard song / Feelin’bored / It’s a long way to the top
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Il primo nucleo dei Nasty Kixx prende forma attorno al 1998 e la loro carriera discografica parte nel 2000 con il demo di 3 songs a titolo “Greatest hits & the nastiest kixx”. Nel 2001 la band produce il suo sforzo massimo immettendo sul mercato “Still kickin’”e “The pirates of rock’n’roll” composti rispettivamente da 4 e 5 songs. Quello che ho fra le mani è l’ultimo demo (registrato a fine 2002) di questa band svedese composta da Trashcan Dan (vocals,guitar,organs), Fabio Esteban (guitar), Bastard (drums, backing vocals) e Dr.Denial (Bass). Quando mi sono trovato di fronte alla copertina di “Just another day”, fra bottiglie di birra, alcolici vari, vinili di New York Dolls e Kiss non ho esitato a ficcare il dischetto nel lettore cd della mia “trash machine” ed ascoltare curiosamente ciò che ne saltava fuori. “Nasty Kixx” credo sia il monicker più azzeccato per descrivere il sound di questa creatura: un’elettricità ben presente, visceralmente rock, capace di accarezzarci con le sue linee smussate dalle suadenti melodie come il convincente bacio di una dolce fanciulla che ci costringe a seguirla in un’altra notte da sogno. I Nasty Kixx hanno classe da vendere, senza pestare e correre più di tanto ci propongono un Rock’n’Roll sorretto da atmosfere accattivanti che mi riportano alla mente caratteristiche vicine agli ultimi Hellacopters. “Bastard Song” vede versi quasi intimisti che poi esplodono in un micidiale refrain, fra raffinate chitarre, validissime linee melodiche e batteria sugli scudi a suggerire accelerazioni ben amalgamate nell’economia complessiva del sound. Le coordinate stilistiche dei nostri restano ben salde anche nella successiva “Feelin’Bored” e nella conclusiva “It’s a long way to the top”. Proprio quest’ultimo episodio si rivela il migliore del lotto grazie alla sua ritmica dinamica e alla melodia trasognate del suo chorus, di lieve stampo Hanoi Rocks, capace di ammorbidire anche i cuori di pietra dei rockers più di razza. Un’intimista alchimia elettrica, una fusione fra demoniaco ed angelico, a dream nasty as a rock & sweet as a kiss!

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.
Vote: 7,5